Jueves, 31 de Enero, 2013
LA CORTE UE CONDANNA L'ITALIA:
"LA LEGGE DISCRIMINA I PADRI SEPARATI"
Enlaces:
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- Hombres divorciados, hombres arruinados: el caso italiano
- Figlipersempre, Vittorio Vezzetti: "Nel nome dei figli"
la traducción del texto procede de la página:
http://granadaporlacustodiacompartidaya.blogspot.com.es/2013/01/europa-castiga-italia-la-ley-discrimina.html
http://www.leggo.it/news/social/la_corte_ue_condanna_italia_la_legge_discrimina_i_padri_separati/notizie/0/212138.shtml"La ley discrimina a un padre separado"
ROMA - La ley italiana es igual para todos, excepto para los padres separados. Un decreto en blanco y negro, es una sentencia de la Corte Interamericana de Derechos Humanos condenando a Italia por no, en diez años, hacer cumplir el derecho de los padres a ver a su hijo. Es la historia de Sergio Lombardo, un padre como por desgracia hay muchos miles. Después de la separación de su esposa en 2003, el hombre llega a la Corte que ver a la hija de 2 años por dos tardes a la semana, cada dos semanas y dos para las vacaciones. Pero esto no sucedió.
Lombardo mientras va y viene entre Roma, donde vivía, y Termoli, la ciudad donde se mudó con su ex-esposa, pudo reunirse con el niño durante unos minutos y siempre en presencia de su madre y un tío materno. Desde 2003 a 2011, hace un llamamiento a la corte de Roma y Campobasso donde regularmente se reafirmaron los derechos del padre, pero sólo en el papel.
Mientras tanto, sin embargo, la hija crece sin afecto paternal. Con anterioridad a la decisión de Estrasburgo, los tribunales italianos han "delegado la gestión de las reuniones entre padre e hija a los servicios sociales", al basarse en mediciones automáticas y estereotipos que han conducido a una ruptura del vínculo entre padre e hija. Para los jueces de los tribunales de Estrasburgo deberían tratar de hacer cumplir la ley y restablecer el contacto entre padres e hijos, para siempre. "Algunos jueces no cumplen con la Constitución - se queja Tiberio, a la vanguardia de los derechos de los padres separados - es una pena. Se trata de una justicia impotente ". La misma opinión Maurizio Quilici, presidente del Instituto de Estudios sobre la paternidad.
TEXTO ORIGINAL
La legge italiana è uguale per tutti, tranne che per i padri separati. A decretarlo, nero su bianco, è una sentenza della Corte di Strasburgo che condanna l’Italia per non essere riuscita, in dieci anni, a far rispettare il diritto di un genitore a vedere la propria bambina. È la storia di Sergio Lombardo, un padre come purtroppo ce ne sono tanti, migliaia. Dopo la separazione dalla moglie, nel 2003, l’uomo ottiene dal Tribunale di poter vedere la figlia di 2 anni per due pomeriggi a settimana, un weekend su due e per le festività. Ma così non è stato.
Lombardo pur facendo la spola tra Roma, dove viveva, e Termoli, la città in cui si trasferì la ex moglie, riusciva ad incontrare la bimba per pochi minuti e sempre in presenza della madre e di uno zio materno. Immediati e infiniti, dal 2003 al 2011, i ricorsi al tribunale di Roma e di Campobasso dove puntualmente vengono ribaditi i diritti del papà ma solo sulla carta.
Nel frattempo però la figlia cresce lontano dall’affetto paterno. Fino alla sentenza di Strasburgo che ha bocciato i tribunali italiani per aver «delegato la gestione degli incontri tra padre e figlia ai servizi sociali» fondandosi su misure automatiche e stereotipate che hanno determinato una rottura del legame tra padre e figlia. Per i giudici di Strasburgo i tribunali dovrebbero adoperarsi per far rispettare la legge e ristabilire i contatti fra genitore e figlia, prima che il tempo li allontani irrimediabilmente. «Certi giudici non rispettano la Costituzione – denuncia Tiberio Timperi, in prima linea per i diritti dei padri separati – è una vergogna tutta italiana. Non ce l’ho con chi non rispetta le sentenze ma con chi non le fa rispettare. Questa è una giustizia impotente». Dello stesso avviso Maurizio Quilici, presidente dell'Istituto di studi sulla paternità.
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